Kaputt: così Curzio Malaparte definiva l’Europa alla fine della seconda guerra mondiale. E aggiungeva: «Preferisco questa Europa kaputt all’Europa d’ieri, e a quella di venti, di trent’anni or sono. Preferisco che tutto sia da rifare, al dover tutto accettare come un’eredità immutabile». A ottant’anni di distanza, Giuseppe Giaccio si interroga sugli esiti di questo rifacimento…Continua a leggereEuropa. Un vaso di coccio nell’era post-globale