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Marco Tarchi

Diorama Letterario N. 385: «L’ombra»

Il numero 385 (maggio-giugno) di DIORAMA è in distribuzione e Poste Italiane si occupa della spedizione periodici in tutta Italia.

Non siamo responsabili dei tempi di consegna, che dipendono esclusivamente da Poste Italiane.

Ecco l’indice del fascicolo:

IL PUNTO

L’ombra (Marco Tarchi)

LABORATORIO

Marine Le Pen e lo Stato di diritto (Alain de Benoist)

Ci salverà San Mercato? (Giuseppe Giaccio)

OSSERVATORIO

Gli Stati Uniti: una potenza “asiatica” (Giuseppe Giaccio)

Psicopolitica della minaccia russa (Gilles Carasso)

IDEE

Luca Ricolfi: Il follemente corretto (Marco Tarchi)

Petr Jakovlevic Caadaev: Prima lettera filosofica. Apologia di un pazzo (Alessandro Virga)

Emilio Mazza e Michela Nacci: Paese che vai. I caratteri nazionali tra teoria e senso comune (Franco Franzi)

Alessandro Giuli: Gramsci è vivo (Marco Tarchi)

Dario Fabbri: Sotto la pelle del mondo (Mario De Fazio)

Friedrich Ratzel: Il mare come fonte della grandezza dei popoli (Marco Ghisetti)

FILOSOFIA

Luciano Lanna: Attraversare la moderità. Il pensiero inattuale di Augusto Del Noce (Eduardo Zarelli)

POLITICA

Salvo Ardizzone: Medio Oriente. Risveglio islamico e false primavere (Andrea Capo)

STORIA

Ilan Pappè: Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina (Roberto Zavaglia)

Ernesto Galli della Loggia: Una capitale per l’Italia. Per un racconto di Roma fascista (Michele Del Vecchio)

LETTERATURA

Etienne de Montety: La grande tribolazione (Giuseppe Giaccio)

Un piccolo estratto dello scritto di Eduardo Zarelli:

“[…] È possibile vivere la modernità senza appartenervi? È possibile costatare la realtà storica senza negarne un significato ed esito difforme a ogni determinismo dato? È possibile una filosofia che si sottragga alla sua insita retorica per inverarsi in principi intellegibili nel proprio presente? Si può pensare la tradizione come nuovo inizio piuttosto che conservazione dell’esistente o regressione nella incapacitante irriproducibilità del passato? Arrestare la verità a un momento storico del passato, elevandolo a verità assoluta è un errore simmetrico a quello progressista che eleva a valore assoluto il presente o l’avvenire. 

Luciano Lanna, pubblicando questa sostanziale opera dedicata al pensiero di Augusto Del Noce, realizza una passione morale per la verità e la onestà intellettuale con cui si specchia nella riflessione condivisa di un autore tanto misconosciuto quanto determinante nella comprensione critica del Novecento e le sue conseguenze post-moderne. Tutto ciò è concettualmente plausibile sapendo comparare storia e metastoria, essere e divenire, verità e libertà. Un Giambattista Vico dell’oggi, che non si oppone al proprio tempo rimpiangendo l’avvenuto, ma delineando un’altra modernità possibile. […]”

Come abbonarsi a Diorama Letterario:

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