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Metapolitica

USA-Russia: come uscire dall’impasse?

Articolo di Emmanuel Goût, membro del Comitato d’orientamento strategico di Geopragma.

GEOPRAGMA è un think tank strategico indipendente e un’associazione apartitica senza scopo di lucro che mira al rinnovamento del pensiero e dell’azione strategica francese basato su una visione realistica, non dogmatica ed etica del mondo e dei suoi abitanti.

Lo scorso dicembre, in occasione di una grave ripresa delle tensioni tra Russia e Stati Uniti, la presidente del think tank francese Geopragma, Caroline Gaactéros, ha pubblicato un appello a livello europeo in cui indicava le possibili condizioni di una pacificazione duratura dei rapporti tra USA, NATO e Russia. Da allora, le tensioni tra le parti hanno continuato ad aumentare, principalmente intorno alle questioni ucraine, ma anche medio-orientali. Pochi giorni dopo, la maggior parte delle condizioni indicate in questo appello sono state discusse ai tavoli dei negoziati, a Ginevra come a Bruxelles.

I primi risultati di questi colloqui si sono rivelati negativi, sia a livello bilaterale tra USA e Russia, che a quello tra NATO o OCSE. L’Europa, intanto, tenuta fuori dai negoziati, non poteva che accontentarsi di una pantomima supplementare, che ha trovato la sua quintessenza nella conferenza stampa congiunta Borrell-Le Drian, triste eco di tutto ciò che avrebbe potuto essere dichiarato in precedenza dai diretti partecipanti ai negoziati. Ancora una volta, l’Europa, oggi presieduta da Emmanuel Macron, sta subendo il trattamento che generalmente viene riservato al semplice vassallo, e di cui sembra decisamente godere, vittima delle sue insufficienze strategiche strutturali. Emmanuel Macron, recentemente messo in una cattiva posizione dagli Usa nella vicenda dei sottomarini australiani (cancellazione del contratto dal valore di diverse decine di miliardi), si trova quindi di fronte alla sfida di dover organizzare un’Europa geopolitica. L’Europa ottiene solo ciò che merita: la sua mancanza di credibilità e indipendenza rispetto agli «imperi», qualunque essi siano, la priva di un ruolo strategico a livello globale. È pertanto in questa credibilità e nella sua indipendenza che sta la soluzione per rappresentare un vero valore aggiunto ai tavoli delle trattative, che mirano a definire e gestire le sfide del nostro mondo.

Analizziamo brevemente le condizioni di questi problemi. Per provocazione: possiamo dire che Putin sia il Kennedy del XXI secolo, capace di dire no a un’avanzata, a una presenza ai suoi confini, di truppe considerate nemiche, come avvenne nella crisi cubana, nel pieno della Guerra Fredda? La risposta è no, sia perché il paragone tra le due personalità sarebbe errato per più di un motivo, sia perché dimenticheremmo ciò che il rapporto tra il presidente americano e Nikita Khrushchev incarnava allora: l’antagonismo, il confronto permanente di due visioni del mondo, due visioni che gli USA, come l’URSS, volevano esportare e imporre, entro perimetri definiti e circoscritti da mura politiche, militari, industriali, sociali, culturali, religiose… Oggi, l’URSS è morta da 30 anni senza offesa per alcuni russi e per l’Occidente, che vi ha trovato un nemico molto “comodo”. La Russia non è un remake dell’URSS, la nostalgia non fa la storia, quella che deve ancora essere scritta. La Russia non cerca più, come l’URSS, di esportare sé stessa e di imporsi sulle altre nazioni, ma cerca di essere parte integrante di un mondo alla ricerca di nuovi equilibri, dove nessuno dovrebbe imporsi sugli altri. Per questo non sorprende il fallimento di questa prima tornata di negoziati. C’è, anche in noi stessi, una vera e propria rivoluzione culturale e mentale da intraprendere, abbandonare ciò che somiglia sempre a costruzioni hollywoodiane e manichee ispirate a Yan Flemming, John Le Carré o Gérard de Villiers; impalcature intellettuali volte a legittimare una realtà fittizia, quella di un mondo che porti avanti advitam aeternam le estensioni di un presunto confronto che risale al passato. Un gioco pericoloso per la sicurezza dell’Europa e non solo, per quella del mondo. Si legge spesso che la vocazione della NATO era quella di contrastare il Patto di Varsavia, e che la scomparsa di quest’ultimo avrebbe dovuto portare alla scomparsa dell’Alleanza, o almeno, logicamente, a una ridefinizione delle sue ambizioni e delle sue logiche. Non è stato così, anzi è avvenuto tutto il contrario. Gli algoritmi mentali e operativi della NATO sono rimasti basati e calcolati su modelli che dipingono la Russia come animata dalle peggiori intenzioni, che erano quelle dell’URSS: ambizioni internazionaliste di esportazione offensiva e imposizione di un modello di marxismo socioculturale, economico e politico, che di fatto è totalmente scomparso in Russia nel XXI secolo. E’ cambiato il secolo, ma purtroppo non il modo di pensare il mondo.

La Russia di oggi ci somiglia più che mai. Vista dalla Cina o dall’Asia centrale, è una potenza decisamente europea. Personalmente, trovo addirittura che cerchi troppo di copiarci, perché le sue identità, le sue specificità, la sua economia, la sua vita sociale, le sue tradizioni, le sue culture e i suoi riflessi dovrebbero essere analizzati molto di più in una logica di elogio delle differenze piuttosto che ispirare una logica di contrapposizione. Questo pavlovismo analitico è anacronistico e deplorevole. Ci impedisce di pensare il reale e le sue possibilità.

Non trasformiamo le questioni regionali in questioni mondiali. Non è questo il caso, non sono più due visioni del mondo che si affrontano. Non è nazismo contro il mondo libero, non è marxismo contro il mondo libero. La pace mondiale non può più essere tenuta in ostaggio da interessi regionali. Il XXI secolo deve spingerci ad ammettere l’esistenza di un mondo policentrico che deve essere stabilizzato, un mondo in cui globalizzazione non fa rima con uniformazione, ma dove si mantiene la ricchezza delle differenze al servizio di nuove armonie geopolitiche.

Emmanuel Goût

Traduzione a cura di Manuel Zanarini

(Articolo di Emmanuel Goût, membro del Comitato d’orientamento strategico del think tank francese Geopragma. Titolo dell’articolo: “USA Russie: comment sortir de l’impasse?”. www.https://geopragma.fr/en/, 25/01/2022).

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